Page 12 - e venne il vento
P. 12

Si partiva da casa che era ancora buio. A quei tempi nessu-      L'impostazione del lavoro era la stessa che si pratica da seco-
 no di noi conosceva le sveglie e quindi il compito di fare da        li: si calava il crociato il 23 aprile e si inziava il salpato il 13
 sveglia era assegnato ad uno di noi, detto "u chiamaturi" che        giugno per Sant'Antonino, quannu o "tunnu ci vota l'occhiu".
 passava di casa in casa bussando forte alla porta dato che allo-     Il materiale di cui sono fatte le reti oggi però è diverso da quel-
 ra non c'erano ancora i campanelli elettrici. L'equipaggio si        lo di un tempo perché è molto leggero mentre ai miei tempi si
 raccoglieva in un punto prefissato e ci si avviava alla barca        usava il cocco che assorbiva molta acqua, sicchè, quando si ti-
 che, per lo più, si trovava a Puntalunga. Naturalmente era buio      rava il coppo, il peso era enorme. Anche i galleggianti sono
 e quindi camminavamo tutti in fila, uno dietro l'altro, mentre       cambiati: infatti al posto dei galleggianti di sughero oggi si u-
 il capofila portava un lume a petrolio. Allora le strade non         sano delle piccole boe. Per tenere le reti ancorate al fondo si
 erano asfaltate ed era facile inciampare nei solchi creati dai       utilizzano ancora le rusase, ossia pezzi di tufo che fanno da pe-
 carri lungo le strade di campagna. Si partiva dunque per il po-      so, però oggi si usano pezzi di tufo qualsiasi mentre un tempo
 sto di pesca con la barca e si alzava la vela latina se c'era vento  venivano rigidamente rispettate delle misure: 20x20x40. E che
 ma bisognava remare di lena per almeno un paio d'ore se c'era        dire degli orari di lavoro? Quando ho cominciato io questo
 bonaccia. Nelle barche lunghe c'erano 10 rematori, 5 per lato,       mestiere si iniziava a lavorare alle sei del mattino e si finiva
e si doveva remare tenendo tutti lo stesso ritmo e ciò induce-        non prima delle 17 ma si restava disponibili per ogni necessi-
va una certa sonnolenza. Nella nostra barca era imbarcato un          tà e se c'era bisogno il rais poteva chiamare anche di notte. Ma
ragazzo chiamato Peppe Canetto che riusciva ad addormentar-           noi non ci lamentavamo perché facevamo il nostro lavoro con
si pur continuando a remare. Per evitare danni ·1o tenevamo           passione. Oggi non è più così, gli operai guardano l'orologio
d'occhio e lo svegliavamo quando eravamo arrivati sul posto           e dimenticano che l'orologio dei tonni rispetta solo la loro ne-
di pesca; ricordo che una volta è stato punito e costretto a re-      cessità di riproduzione. La nostra paga era costituita da una
mare per molte miglia prima di guadagnarsi la sua parte. Certo        quota fissa più una percentuale sul pescato. Il tonno più gros-
il mestiere di pescatore a quei tempi era veramente duro per-         so che veniva pescato durante ogni mattanza toccava alla ciur-
ché non esistevano i macchinari sofisticati che esistono oggi,        ma e veniva detto "u tunnu da ghiotta" (il tonno per la zuppa).
né le reti di nailon che non si rompono quasi mai; tutto si face-     A fine stagione veniva conteggiato il migliariato che era una
va a mano e grazie ali' esperienza e il lavoro non finiva con la      percentuale sul numero di tonni pescati, indipendentemente dal
battuta di pesca: bisognava poi vendere il pescato spesso an-         loro peso. Il tonno più grosso pescato a Favignana, per quel che
dando "pa terra" ossia vendendo il pesce di strada in strada          ricordo io, pesava 616 chili.
"abbanniannu" e bisognava inoltre mettere le reti al sole e ri-
cucire gli strappi. A 16 anni sono entrato in tonnara a mezza            La tonnara era una ricchezza per Favignana perché dava la-
paga perché prima dovevo imparare il mestiere. Dopo qualche           voro non solo ai tonnaroti e agli operai ma anche alle loro fa-
anno sono diventato tonnaroto. Non voglio vantarmi ma ero             miglie; infatti erano le donne che generalmente si occupavano
uno dei migliori avendo appreso il mestiere da mio padre e da         di preparare il coppo, di ricucire gli strappi della rete e di fare
van miei parenti che lavoravano in tonnara da molti anni.             le "custure", ossia di unire tra loro dei pezzi di rete. Il tonno
                                                                      non era solo alimento fresco, tonno sott'olio, salatume o altro
24
                                                                                                                                                     25
   7   8   9   10   11   12   13   14   15   16   17